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Come funziona un acquedotto cittadino

La parola acquedotto deriva dall’unione di due termini latiniaqua (“acqua”) e ducere (“condurre”), l’acquedotto è infatti l’insieme delle opere, delle costruzioni e degli impianti che servono per condurre l’acqua dalla sua riserva naturale e alle case, per renderla disponibile agli utenti. L’acqua potabile deriva principalmente dalle falde acquifere sotterranee, e viene prelevata dai pozzi. Quando parliamo di acquedotto comprendiamo anche gli impianti di potabilizzazione, che depurano l’acqua da agenti inquinanti e impurità, cosi come i serbatoi che servono per immagazzinare l’acqua e assicurano la giusta pressione all’impianto. Le falde acquifere si formano quando la pioggia viene assorbita e passa nel terreno andando ad immagazzinarsi sotto terra, creando grosse riserve. L’acqua delle falde più superficiale, ovvero 40-50 metri di profondità, non è considerata potabile e viene utilizzata per l’agricoltura, per andare a cercare la fonte potabile bisogna scendere di 100-200 metri. I pozzi moderni sono i figli dei pozzi antichi che tutti conosciamo, e sono composti da una pompa, inserita in un foro profondo, che spinge verso l’esterno l’acqua del sottosuolo. Infine ci sono i serbatoi che sono delle grosse cisterne, o torri, che servono per immagazzinare l’acqua e rilasciarla in maniera controllata al bisogno. Gli acquedotti spesso sono soggetti a rotture e perdite, e quindi ad una dispersione e ad uno spreco d’acqua non indifferente, per cui ogni comune deve prevedere un piano di emergenza in caso anche di piccole rotture del sistema. Solitamente i tubi che si snodano sotto le città dei centri urbani sono fatti in ghisa e ricoperti di catrame. L’acqua che scorre negli acquedotti in buona parte, circa il 60%, prima di diventare potabile viene trattata per renderla bevibile, nel restante 40% si tratta di acqua estratta presso fonti di altissima qualità, che non necessitano di trattamenti, ovviamente ciò dipende dalla zona di estrazione. I metodi per cui si può rendere l’acqua potabile di solito sono:

  • Impianti a osmosi inversa: utilizzati per desalinizzare l’acqua e ridurre la concentrazione di nitrati e di cromo;
  • Impianti a carbone attivo: utilizzati per trattare l’acqua laddove nelle falde fossero presenti composti organici, come diserbanti o altri microinquinanti organici di origine industriale;
  • Impianti di ossidazione e filtrazione: utilizzati per trattare l’acqua nei territori in cui sono naturalmente presenti nelle falde sotterranee sostanze di origine geologica, come ad esempio ferro, manganese, idrogeno solforato, ammoniaca

L’acqua per essere considerata potabile deve rientrare in rigidi standard descritti dalle normative adottate dall’Italia (il D.lgs. 31/2001 e il D.lgs. 27/2002), che derivano entrambi dalla Direttiva Europea n°98/83/CE, le quali richiedono controlli regolari e analisi a tutti i parametri chimici (calcio, sodio, potassio) e microbiologici (batteri), inclusi i metalli (cromo, piombo) e i microinquinanti (pesticidi). Per il comune di Brescia le analisi sono consultabili sul sito http://qualitaacqua.a2acicloidrico.eu/QualitaH2oWeb/.

Una volta utilizzata l’acqua, sia per uso domestico, che industriale, subisce un peggioramento della qualità, è acqua sporca e inquinata. Questo tipo di acque reflue, che prima di essere reinserite nel ciclo dell’acqua devono subire nuovamente un trattamento di depurazione per ridurre l’impatto ambientale. In base al tipo di scarico esistono diverse tipologie di trattamenti di depurazione, per gli scarichi di tipo civile si attua un trattamento biologico, in cui si sfrutta l’attività dei microrganismi, applicando i metodi di depurazione esistenti in natura e per gli scarichi industriali l’azione depurante viene svolta anche mediante l’aggiunta di composti chimici che abbattono, in modo selettivo, le sostanze indesiderate. L’acqua che esce dal depuratore è sicuramente molto più pulita di quella in entrata, ma non ritorna nelle nostre case. Non è un’acqua potabile, ma può essere utilizzata per scopi industriali.

L’acquedotto bresciano

Le due principali fonti di acqua sul territorio bresciano sono le fonti di Mompiano e di Cogozzo (Villa Carcina) e si contano 42 pozzi di estrazione nella zona centrale di Brescia. Mentre in provincia, nei comuni le fonti attive sono 143 (generalmente con piccole portate) ed i pozzi 120. Le fonti di Mompiano sono anche particolarmente interessanti dal punto di vista storico-culturale, perché erano già utilizzate e immagazzinate nell’epoca della Brixia imperiale, I secolo dc. Un approfondimento sulla storia dell’acquedotto si può trovare sul sito http://www.bresciacity.it/category/bsrom/acquedotto/.

Attualmente, gran parte, dell’acquedotto bresciano è gestito dall’azienda “A2A Ciclo Idrico”, che cura l’approvvigionamento, il trattamento, la distribuzione, il trasporto e la vendita dell’acqua e gestisce il Settore Funzionale di pubblico acquedotto nel Comune di Brescia e in altri 73 Comuni della Provincia di Brescia. Complessivamente le reti di acquedotto gestite hanno uno sviluppo di 3.546 chilometri, le fonti di produzione sono costituite da 175 pozzi e da 188 fonti e sorgenti e l’acqua erogata comples sivamente è pari a circa 49 milioni di m3 all’anno. Attualmente sembra che il 60% dell’acqua distribuita in città abbia valori di Cromo Esavalente inferiori a 2 microgrammi/litro, il che rende l’acqua di Brescia un’acqua bevibile. Nella zona ovest è l’azienda AOB2 che si occupa della gestione dell’acquedotto (http://www.aob2.it/bin/index.php).

Una volta arrivata nelle case ecco cosa si può fare per ridurre il suo spreco:

  • In giardino: puoi raggruppare le piante che hanno esigenze idriche simili, così avranno la giusta quantità di acqua, puoi innaffiare il giardino la mattina o la sera tardi per ridurre l’acqua che si spreca con l’evaporazione, le piante possono essere annaffiate anche tramite l’acqua già utilizzata per lavare la frutta e la verdura
  • In casa: non lasciare il rubinetto aperto mentre ti fai la barba o ti lavi i denti, meglio la doccia che la vasca da bagno, mentre ti insaponi però chiudi l’acqua, se installi lo sciacquone con il doppio pulsante potrai regolare l’utilizzo dell’acqua in base alle necessità, applica ai rubinetti i riduttori di flusso. È un piccolo dispositivo poco costoso da avvitare all’estremità dei rubinetti di casa che, miscelando l’acqua con l’aria, ottenendo un risparmio d’acqua del 50% ed un getto migliore: stessa potenza e niente schizzi, usa la lavastoviglie e la lavatrice solo a pieno carico.