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Mal’Aria 2018- L’Europa chiama, l’Italia risponde?

Il 30 gennaio 2018 la Commissione Europea ha convocato i ministri dell’ambiente di 9 Stati membri (Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Regno Unito) che hanno a loro carico diverse procedure di infrazione per il superamento dei limiti concordati di inquinamento atmosferico. L’incontro ha offerto agli Stati convocati, e quindi all’Italia, la possibilità di dimostrare quali misure sono state messe in campo negli ultimi anni e quali ulteriori provvedimenti verranno intrapresi nel prossimo futuro per riportare, senza indugio e senza ulteriori ritardi, la situazione attuale alla conformità con la legislazione europea. Le dure parole del commissario europeo Karmenu Vella non lasciano spazio a vaghe interpretazioni: “Questo incontro sulla qualità dell’aria è stato chiamato per tre motivi. Per proteggere i cittadini. Per chiarire che se non vi è alcun miglioramento della qualità dell’aria ci
saranno conseguenze legali. E per ricordare agli Stati membri che questo percorso è alla fine di un
lungo, in alcuni casi troppo lungo, periodo fatto di offerte di aiuto, consigli dati e avvertimenti fatti.”

Città italiane

In 39 città italiane l’aria è sempre più irrespirabile. Il rapporto Mal’Aria 2018 di Legambiente, scaricabile interamente qui https://www.legambiente.it/sites/default/files/images/malaria_2018.pdf, fotografa una situazione preoccupante per le nostre città, sempre più invase dallo smog e dalle polveri sottili al punto che l’aria è diventata veramente nociva. Sono 39 le città italiane fuorilegge che presentano livelli di Pm10 alle stelle e la situazione è molto critica nella zona della Pianura Padana e in generale nelle città del Nord. Ecco le prime 10 città, con i rispettivi valori, che hanno superato in un anno la soglia limite di polveri sottili:

• Torino- 112
• Cremona -105
• Alessandria -103
• Padova -102
• Pavia- 101
• Asti -98
• Milano -97
• Venezia- 94
• Frosinone -93
• Lodi -90

Il report Mal’Aria 2018 ci segnala che nel 2017 in 39 capoluoghi di provincia italiani il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo è stato superato più volte e lo dimostrano i dati ufficiali delle stazioni di monitoraggio. In alto alla classifica delle città più inquinate ci sono le città del Nord, nelle quali l’inquinamento dell’aria è stato peggiorato anche dalle condizioni atmosferiche sfavorevoli e dalla mancanza di pioggia. Frosinone è la prima città del Centro/Sud a comparire nella lista, al nono posto tra le più inquinate di Italia.

Danni e perdite

Non è un caso quindi che le morti premature attribuibili all’inquinamento atmosferico nel nostro Paese siano oltre 60mila l’anno, come riportato annualmente nei report dell’Agenzia Ambientale europea (EEA). Senza contare che in Italia i costi collegati alla salute derivanti dall’inquinamento dell’aria si stimano fra i 47 e i 142 miliardi di euro (stima al 2010). Dati che descrivono ancor di più l’urgenza di politiche concrete di miglioramento della qualità dell’aria. L’emergenza smog non può più essere sottovalutata, specie se pensiamo che nel 2017 il codice rosso di allerta per le condizioni dell’aria è scattato spessissimo nelle grandi città costringendo ad interventi di emergenza, come il blocco del traffico, e creando alcuni disagi a molti cittadini.

E le soluzioni?

L’invito per gli stati membri è quello di mettersi in regola rapidamente, rispettando quelle regole già stabilite da tempo ma mai rispettate per troppi anni, con riferimento in particolare alle direttive europee che regolano il superamento delle soglie massime e dei limiti di Pm10 e NO2. “Le soluzioni di cui abbiamo bisogno sono pronte e in attesa. Ma affrontare con successo
l’inquinamento atmosferico richiederà un approccio concertato, che combini differenti settori. Dobbiamo mettere a sistema settori come i trasporti, l’energia, l’agricoltura e l’industria; ma anche
livelli di governance a livello europeo, nazionale, regionale e cittadino; e settori politici come l’ambiente, il clima e l’energia, la mobilità, l’agricoltura e la politica fiscale, pur mantenendo i
cittadini europei al centro di questi problemi”. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni espresse dal Direttore Generale per l’Ambiente della Commissione europea, Daniel Calleja Crespo, al termine del “Clean Air Forum” tenuto a Parigi lo scorso 16 e 17 Novembre. Parole che potrebbero essere belle ma senza conseguenze se non supportate dalla concretezza.

Fonti dei contenuti:
Air Quality in Europe – 2017, Report EEA
Mal’Aria 2018, Legambiente