Per inquinamento dell’aria si intende: «ogni modificazione dell’aria atmosferica, dovuta all’introduzione nella stessa di una o di più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità dell’ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o compromettere gli usi legittimi dell’ambiente». Le fonti dalle quali può provenire una forma di inquinamento sono generalmente tre:
- Emissioni stazionarie (industriali, allevamento ed agricoltura, settore residenziale e commerciale, …)
- Emissioni mobili (traffico stradale, trasporto navale, aereo,ferroviario, …)
- Emissioni non antropogeniche (naturali): vulcani, incendi, polveri disperse.
Nel 2016 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, ha rilasciato un corposo studio relativo all’inquinamento dell’aria di circa 30 mila città in tutto il mondo.
I dati emersi, già nella loro totalità, non indicano niente di buono: il 92% delle persone sul globo, cioè oltre 9 persone su 10, respirano aria troppo inquinata, aria che danneggia la salute respiro dopo respiro. I danni di questo inquinamento possono portare le persone
fino alla morte; chi ne risente maggiormente sono le persone anziane, i bambini e le donne gravide.
L’OMS ha anche pubblicato una mappa interattiva relativa all’inquinamento dell’aria (PM2.5) di tutto il mondo (http://maps.whoint/airpollution/). La mappa è accompagnata da una legenda, i colori vanno dal verde, che indica uno stato di aria pulita, a rosso scuro, aria troppo inquinata. L’Italia, a confronto con il resto dell’Europa, appare subito più scura, e nel dettaglio la Pianura Padana risulta essere la zona più rossa della penisola. I paesi europei con quantità di PM2.5 minori sono paesi come Francia, Spagna, Gran Bretagna e Paesi scandinavi (principalmente per motivi orografici), mentre quasi tutto il nostro paese risulta essere di un colore arancione, con un picco di rosso, simile a Cina e India. In queste zone i livelli di qualità dell’aria per le PM2.5 non soddisfano i limiti fissati dall’OMS, ovvero una media annuale di 10 microgrammi per metro cubo. In generale le principali fonti di inquinamento atmosferico, sono i mezzi di trasporto alimentati a diesel, i combustibili per uso domestico (stufe a legna obsolete), la combustione dei rifiuti, le centrali elettriche alimentate a carbone e le attività industriali.
LA PIANURA PADANA DA VICINO
La zona della pianura padana, a nord d’Italia, risulta essere la più inquinata (quella più inquinata del mondo è la Pianura indo-gangetica in India). La pianura padana è una zona particolare per la sua localizzazione e strutturazione, si tratta infatti di una delle aree più industrializzate, urbanizzate e infrastrutturate d’Europa, caratterizzata da un basso tasso di ventilazione e da fenomeni di inversione termica che rendono più difficile la dispersione degli agenti inquinanti. La zona finisce così in cima alla lista per essere uno dei luoghi più inquinati e saturi di polveri sottili (PM 10, PM 2,5), diossido di azoto, diossido di zolfo, monossido di carbonio, benzopirene, d’Europa. Queste sostanze, e in particolare il PM 2,5, una polvere con particelle minuscole che sono in grado di penetrare profondamente nei polmoni. La IARC (International Agency for Research on Cancer), agenzia che analizza e classifica agenti e sostanze cancerogene, ha inserito queste sostanze nella “lista nera” dei fattori che causano cancro, danni ai polmoni e danni ai vasi sanguigni. Chi ne risente sono soprattutto gli anziani e i bambini, per esempio solo per quanto riguarda il PM 2,5 le stime parlano di 432mila morti premature nell’Europa a 28, di cui 59500 solo in Italia.
Le zone della pianura padana maggiormente colpite, da come si legge in un articolo del mese di febbraio 2017 del Fatto Quotidiano sembrano essere “Monza è in testa alla classifica con 178 microgrammi per metro cubo di PM 10, seguita da Brescia con 173, Bergamo e Mantova con 172, oltre il triplo della concentrazione consentita dalla legge. A Milano la media giornaliera si è attestata sui 161 microgrammi. Ma ora il record è stato superato da Como, dove l’ultima registrazione ha segnalato un valore di 213 microgrammi” e questi dati si riferiscono solo al primo mese dell’anno, che è stato il peggiore degli ultimi quattro anni.
Mancano pochi mesi alla fine del 2017, e speriamo di iniziare il nuovo anno in un modo migliore, accompagnati da politiche che puntino alla riduzione dell’inquinamento e agevolino l’uso di mezzi di trasporto sostenibili, come ad esempio il trasporto pubblico piuttosto che la propria auto, che sostengono le imprese nell’uso di energie rinnovabili e alternative e che rendano più efficienti a livello energetico vecchi edifici ed abitazioni.