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Tetrapak, dove lo butto?

Storia e composizione

Quando si parla di tetra pak si intende una famiglia di contenitori utilizzati per la conservazione di alimenti freschi destinati al frigorifero, come latte e verdure, e di alimenti a lunga conservazione, come succhi di frutta, salse e molto altro. Il tetra pak nasce dall’omonima azienda svedese Tetra Pak, fondata nel 1942 da Ruben Rausing. Il primo prodotto di Tetra Pak è stato un contenitore di cartoncino usato per conservare e trasportare il latte, chiamato Tetra Classic. È un prodotto molto presente sul mercato in quanto permette di ottenere un confezionamento asettico, cioè è in grado di evitare la contaminazione dei cibi da qualsiasi elemento, garantendo alimenti sempre sani. Grazie a questo contenitore è possibile estendere la durata dei prodotti e ridurre il ricorso ai conservanti.

Il tetra pak è composto da tre materiali diversi, ciascuno con una proprietà specifica:
cartone: il materiale più abbondante per rendere la confezione stabile;
foglio di alluminio: protegge dall’ossigeno e dalla luce, mantiene constanti i valori nutrizionali e i sapori degli alimenti nelle confezioni anche a temperatura ambiente;
polietilene: che protegge dall’umidità e consente al cartone di aderire all’alluminio.

 

…come si ricicla?

 

Il tetra pak è un materiale con buone caratteristiche di riciclabilità, infatti può essere trasformato in nuovi prodotti, riducendo la quantità di rifiuti inviati in discarica e la domanda di risorse.
Per effettuare una corretta raccolta differenziata basta seguire questi tre semplici passi:
1. Lavare bene i contenitori sotto l’acqua e risciacquarli per eliminare le eventuali tracce di bevande o cibi che vi erano precedentemente contenuti;
2. Pressare e appiattire i contenitori per ridurre il loro volume;
3. Gettare il tetra pak insieme alla carta e al cartone, separando, se possibile, il tappo ed altre parti in plastica, che dovrebbero essere dunque destinate al sacco o cassonetto dei rifiuti appropriato.

 

Le confezioni saranno inviate alle cartiere, dove la carta verrà separata dagli strati di plastica ed alluminio tramite un processo meccanico che non prevede l’aggiunta di sostanze chimiche, per poi essere utilizzata nella fabbricazione di nuovi prodotti, mentre la frazione residuale di plastica e alluminio può essere utilizzata in altri processi produttivi. Dalla carta si ricava pasta di cellulosa che viene asciugata, lavorata nuovamente per diventare “cartafrutta”, una carta particolarmente adatta per sacchetti, carta riciclata da imballo o cartoncino, ritornando quindi all’origine del processo produttivo. Dagli scarti di lavorazione possono essere utili per la produzione di penne, righelli, pennarelli e altri oggetti di cartoleria. Il polietilene e l’alluminio vengono invece separati grazie a tecniche di riciclo avanzate e vengono trasformati in ecoallene, un materiale plastico molto resistente e stampabile, impiegato nell’edilizia, nel promotional e in bigiotteria. In Italia il tetra pak è raccolto in più di 4.500 comuni, quindi oltre il 60% dei cittadini contribuisce alla raccolta differenziata di questi contenitori per alimenti. Nel 2016 in Italia sono state raccolte e riciclate oltre 22.700 tonnellate di cartoni per bevande, che corrispondono a circa 1 miliardo e 300 milioni di confezioni. Sul sito di TiRiciclo (http://www.tiriciclo.it/raccolta-e-riciclo/ ) è possibile verificare se il proprio comune effettua questo tipo di raccolta, informarsi sulle modalità di ritiro ed è inoltre possibile chiedere chiarimenti per eventuali dubbi. A Botticino per esempio il tetra pak va nella carta!